Senza dubbio è responsabilità degli adulti evitare che i bambini si trovino in situazioni di pericolo senza i mezzi per proteggere la propria incolumità fisica e psicologica da danni gravi e irreversibili. Ma è altrettanto importante che sia garantita la possibilità ai bambini di esercitarsi nella gestione dei rischi, grazie alla libertà di sperimentarsi e di essere responsabili delle proprie scelte. La sfida dal punto di vista pedagogico è quella di non limitare nè deviare lo sviluppo dei bambini, non permettendo loro lo sviluppo di tutte quelle competenze che si esercitano nelle esperienze rischiose: competenze motorie, conoscenze del mondo fisico e naturale, creatività, resilienza, collaborazione. Nella nostra società non c’è fiducia nel fatto che i bambini possano riconoscere i loro limiti, e così non viene data loro possibilità di imparare a valutare autonomamente i rischi (Erin K. Kenny, p.52).
Nel nostro Asilo nel bosco il ruolo dell’adulto non è quello di dare limiti esterni e artificiali al bambino (“non si fa” o “si fa in questo modo”) ma di accompagnarlo con le giuste informazioni e il giusto supporto emotivo alla scoperta delle strategie più adatte a raggiungere i suoi obiettivi, confrontandosi con i limiti oggettivi propri e degli altri. Onestà, chiarezza, disponibilità all’ascolto sono le chiavi per impostare una comunicazione efficace con i bambini, anche in materia di sicurezza (Jennie Lindon, p.19). Come adulti cerchiamo anche di non sostituirci al bambino, proponendo la nostra soluzione ai problemi che affronta, avendo la presunzione che sia la migliore possibile. Lasciamo invece che sia il bambino stesso a cercare, grazie al pensiero divergente, le risposte più adatte ai propri obiettivi, che spesso noi non abbiamo neanche compreso fino in fondo.
Alla base di questo atteggiamento c’è la convinzione che il bambino è una persona competente e naturalmente portata a una socialità positiva, che lasciata sperimentare arriva a comprendere le conseguenze delle proprie azioni e a costruire una propria guida interiore su ciò che è giusto o sbagliato.
Attraversare. Nonostante la presenza di un ponte poco più in là, M. (3 anni) prova a sperimentare modi diversi di attraversare il fosso: i bambini sono naturalmente attratti dal rischio perchè risponde a precisi bisogni evolutivi.
La parte più importante dell’accompagnamento dell’adulto è essere la “base sicura” del bambino: un riferimento affettivo che garantisce quell’amore incondizionato e quell’assenza di giudizio che costituirà la radice dello sviluppo di personalità adulte equilibrate e capaci di affrontare le sfide che incontreranno nel loro percorso di vita. I bambini del bosco si muovono con scioltezza nell’ambiente naturale: esplorano, si allontanano, sperimentano e rischiano. Fanno tanto da soli e in autonomia, e per noi questa autonomia è lo specchio della sicurezza con cui si sentono accolti quando ne hanno bisogno.
Affidarsi. La relazione tra bambino e adulto nell’Asilo del bosco è basata sulla fiducia reciproca. Poter contare sulle persone che si hanno accanto è la migliore forma di protezione dai rischi (foto di Valeria Signorello).
Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento è invitato a partecipare al workshop “Le dimensioni educative del rischio” il 9 aprile 2016 al nostro campo base.